Sanità, Anac: la spesa corre come ai tempi del Covid
Una nuova spia rossa si accende alla voce della spesa sanitaria dello Stato. Grazie soprattutto a un balzo di oltre il 37% in un anno solo per la voce «prodotti farmaceutici»- in una definizione ampia che va dai medicinali in senso stretto ai reagenti fino ai vaccini a ad alcuni dispositivi – tutte le pubbliche amministrazioni, non solo quelle legate strettamente al Servizio sanitario nazionale, hanno speso per le forniture sanitarie cifre che non si vedevano dagli anni più bui del Covid quando sulla spinta dell’emergenza la spesa era esplosa raggiungendo livelli mai visti. Un campanello d’allarme che emerge evidente mettendo in fila i numeri presenti nella Banca dati dell’Autorità nazionale anticorruzione degli ultimi anni e in particolare l’ultimo disponibile: il 2024. L’anno scorso il valore economico complessivo degli appalti pubblici in Italia è stato di quasi 272 miliardi di euro, con una flessione del 4,1% sul 2023 e del 7,3% sul 2022, dovuta principalmente al boom degli appalti Pnrr nei due anni precedenti. In completa controtendenza si sono invece comportati i contratti pubblici relativi ai prodotti farmaceutici che aumentano rispetto al precedente anno del 37,2% per un valore che sfiora i 41 miliardi di euro. Se a questa voce si aggiungono anche i 21,750 miliardi degli acquisti delle apparecchiature mediche – anche qui con una ampia definizione che va dagli aghi alle valvole cardiache fino a Tac ed ecografi – ecco che il totale sfiora quasi i 63 miliardi complessivi di spesa, un livello che si avvicina a quello raggiunto durante la pandemia: se nel 2020, quando si affacciò il Covid, la spesa per questi acquisti era ancora a 47,6 miliardi l’anno dopo aveva raggiunto i 58,8 miliardi per poi schizzare a 65 miliardi nel 2022, per scendere l’anno dopo – a emergenza praticamente chiusa – a 50 miliardi. Ora nel 2024 il nuovo importante balzo (soprattutto della categoria prodotti farmaceutici) della spesa che raggiunge quasi 63 miliardi, cifra molto lontana dal periodo pre pandemia quando gli acquisti sanitari si attestavano sui 40 miliardi. Certo i numeri per gli appalti vanno sempre presi con qualche cautela – tra trascinamenti di gare pluriennali ed effetto altalenante degli investimenti del Pnrr -, ma l’andamento in su sembra chiaro ed è sicuramente molto preoccupante per un periodo non più costellato dalla corsa alle mascherine e ai vaccini. «In base alle informazioni sui contratti pubblici, contenuti nella Banca Dati di Anac, emerge che la spesa per acquisto di prodotti farmaceutici in Italia si è attestata sui valori del periodo Covid», conferma il presidente dell’Autorità Giuseppe Busia. Che sottolinea come in «una analisi comparata delle forniture, in Italia nel 2024 le prime due voci riguardano prodotti farmaceutici e apparecchiature mediche per un valore complessivo di quasi 63 miliardi di spesa pubblica, quando nel 2019 era di 40 miliardi. Se il calo dei contratti pubblici di prodotti farmaceutici nel 2023 può essere spiegato con la fine della pandemia di Covid, il rimbalzo successivo del 2024 testimonia che la spesa per prodotti farmaceutici ha ripreso a crescere. Nella comparazione 2024 di contratti pubblici di forniture, la terza voce dopo prodotti farmaceutici e apparecchiature mediche, sono le spese per riscaldamento ed elettricità che arrivano a 5 miliardi, rispetto ai 63 della spesa sanitaria». Per Busia è comunque «positivo riscontrare come il grosso degli acquisti di prodotti farmaceutici avviene attraverso centrali di committenza, che aggregano gli acquisti e consentono di far risparmiare l’ente pubblico».
Fonte Il Sole 24 Ore